UNA NUOVA FAMIGLIA

NONO CAPITOLO

Quella notte fu lunga. Tante cose dovevano essere raccontate, tante cose dovevano essere spiegate. Non fu solo un ritrovarsi, ma il gettare le basi per ricostituire una famiglia e il senso più profondo di essa.

Si sciolsero dall'abbraccio e poi, seduti uno difronte all'altro, fu Marco a cominciare a parlare: raccontò dell'incontro casuale con Tea nella chiesa di San Giorgio martire, della morte di quello che riteneva essere il padre, della scoperta di essere stata adottata. Poi gli riferì dell'aiuto che aveva provato a darle e del rapporto che avevano cominciato ad avere. Infine, l'aggressione, il ricovero all'ospedale e la fuga della ragazza alla scoperta della verità.

Mentre Marco parlava, Carlos ascolta con gli occhi lucidi. Rimase basito, poi, nell'apprendere che non solo il figlio era stato sparato, ma era stato in serio pericolo. E lui non c'era, non sapeva nulla; ma c'era Tea e lei aveva assistito il fratello. Certo i casi della vita spesso sono stranie seguono percorsi imprevisti e imprevedibili.

Infine, Marco raccontò al padre come per pura fortuna aveva ritrovato la ragazza nei Musei Vaticani.

"Ora, papà, conosci la parte che so io della storia. Tocca a te dirmi il resto. Ma di una cosa sono sicuro: è arrivato il momento che, soprattutto Tea, conosca la verità sulla sua nascita e perché è stata adottata. L'hai esclusa dalla tua vita, e non comprendo la ragione, ma a quello sbaglio deve essere posto rimedio.

È una ragazza dolcissima, più matura della sua età, tanto bisognosa di affetto. Ha bisogno di punti di riferimento, di affetti familiari su cui basarsi e su cui fare affidamento. E ora sarebbe giusto che anche tu dopo 19 anni la conoscessi".

Carlos annuiva e concordava con il figlio, pur temendo la reazione della figlia. Aveva comunque bisogno di un po' di tempo per abituarsi e trovare il modo più appropriato per incontrarla. I due concordarono di organizzarsi per il fine settimana successivo, ma sempre dopo aver verificato le intenzioni di Tea.

Marco l'ultima volta che si erano incontrati, decisamente non aveva avuto un comportamento corretto. La notizia di essere fratelli era stata una vera e propria bomba e, lui sconvolto, era letteralmente scappato lasciandola da sola. Era ormai quasi l'alba e andarono a dormire.

L'indomani al risveglio padre e figlio si ritrovarono in cucina. Fu allora che il padre chiese: "Ma Tea cosa sa? Da chi è stata adottata? Non so bene cosa abbia scoperto, neppure io so bene cosa sia successo; l'ho dichiarata all'anagrafe di Salerno il giorno stesso che ho saputo della sua nascita; volevo che facesse parte della nostra famiglia. Io ero spesso fuori per lavoro, te lo ricorderai, e sovente non riuscivo a rientrare a Salerno. Una sera durante una cena di lavoromi fu presentata una donna. Era bellissima, incarnato chiaro una serie di piccole lentiggini sulle guance, occhi grandi e cerulei, e capelli di un rosso incredibile..."

"Ma è la descrizione di Tea!" esclamò Marco.

"No, di Gabriella, a questo punto sua madre. Così si chiamava e io ho perso la testa. Volevo bene a tua madre e pensavo di amarla, finché non ho incontrato Gabriella. Abbiamo provato a resistere, poiché eravamo entrambi sposati. Una volta, una sola volta abbiamo sbagliato, eravamo giovani e abbiamo sbagliato. Poi non c'è stato più nulla. Solo dopo ho saputo che lei attendeva un figlio. Io volevo riconoscerlo e prendermi le mie responsabilità, ma lei non voleva: sarebbe stato come confessare il tradimento. Quando ho saputo che era nata una bimba,l'ho dichiarata io all'anagrafe con il nome che a lei piaceva, Tea, e il mio cognome, Labonia. Si, disperato ho forzato la mano. Poi sono andato da tua madre per confessare cosa avevo fatto e dirle della bambina. Era giusto che lei sapesse.Inizialmente ha capito, è stata comprensiva, forse pensava che sarebbe riuscita a superare la cosa, ma tra di noi qualcosa si è spezzato. Di Gabriella e Tea, invece, non ho saputo più niente. Gabriella aveva partorito in casa e quando sono andato dove sapevo che abitava per vedere la piccola, non ho trovato più nessuno. Ho provato a cercarle in ogni modo ma nulla. Io di Gabriella non sapevo altro, né il suo cognome né quello del marito" Carlos si sfogò in un pianto di dolore, quello represso dentro da anni.

"Papà tranquillo, almeno Tea l'abbiamo ritrovata, anzi è lei che ha trovato noi. Ora devi solo sperare che voglia incontrarti. E se un poco ho imparato a conoscerla... non passerà molto tempo!"


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