Un incontro inaspettato

PRIMO CAPITOLO

La sagoma scura cominciò ad avvicinarsi, diventando sempre più nitida. Solo allora Tea si accorse che era un uomo e, per il timore, indietreggiò. Davanti all'altare maggiore dovette fermarsi, non vi era altra via di fuga. Lo sconosciuto le si parò davanti: era di statura alta, con una corporatura robusta, aveva i capelli corti e profondi occhi castani. Dimostrava all'incirca una trentina d'anni,ma quello che colpiva di più era l'aria misteriosa che sembrava avvolgerlo.

Quando l'uomo la vide spaventata, cercò prima di tutto di tranquillizzarla, poi si presentò: "Non aver paura ragazzina, sono un poliziotto, mi chiamo Marco Labonia" disse, tendendole la mano.

Tea, ancora impaurita e titubante, non credeva che quella fosse la vera identità dell'uomo, per cui chiese di mostrarle il distintivo.

Il poliziotto, senza perdere tempo, lo esibì e aggiunse:"Qui non puoi restare, questa chiesa è sotto sequestro da alcuni giorni. È avvenuto il furto di alcuni oggetti sacri e le indagini sono in corso. Ma tu chi sei? Perché sei qui?"

Tea si tranquillizzò, essendo consapevole che di quell'uomo poteva fidarsi, così si presentò:"Mi chiamo Tea Della Rocca. Sono entrata in Chiesa solo per ripararmi dalla tempesta di pioggia che è scoppiata".

"Sei di Salerno? E dove sono i tuoi genitori?"

Quella domanda, fatta così all'improvviso, riaprì in Tea una ferita, quella che stava con ogni mezzo cercando di rimarginare. Fu sopraffatta dal dolore e dai ricordi, non riuscì a trattenere più le emozioni, la delusione, la rabbia che sentiva compresse nell'anima. Quell'uomo, che chissà per quale strana ragione il caso le aveva posto difronte, le dava l'impressione di una persona buona, di qualcuno di cui potersi, finalmente, fidare. E lei ne aveva "bisogno". Si, il bisogno di sfogarsi era forte, troppo forte... cominciò a piangere singhiozzando.

Marco, aveva notato in precedenza una sorta di tristezza nei suoi occhi e questo lo aveva incuriosito. Certo quella bella ragazza dai lunghi capelli, di uno splendido rosso-tiziano e grandi occhi cerulei, non passava inosservata; ma lo aveva colpito di più l'espressione di sofferenza, come una smorfia di dolore contratta sul viso. Lui, grazie al suo lavoro, era avvezzo a cogliere ogni sfumatura, ogni particolare, ogni atteggiamento di chiunque si trovasse difronte, e di lei aveva notato subito tutto. Poiquella reazione emotiva così forte, ne era stata la conferma. Di istinto si avvicinò,l'abbraccio con dolcezza e cercò di rassicurarla. In seguito, le porse un fazzolettino di carta, cercando di farla calmare. Infine,le chiese se volesse bere qualcosa.

Lei un po' più serena, accettò di buon grado.


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