Un pericolo scongiurato

QUARTO  CAPITOLO

Nei giorni successivi i due ragazzi si sentirono spesso.Marco stava cercando informazioni risalenti a circa una ventina di anni prima, quando più o meno doveva essere avvenuta l'adozione: voleva aiutare Tea e la informava di volta in volta sulle novità delle sue ricerche.

Quel giorno avevano appuntamento alle 19:30 sulle scale del Duomo, ma Tea fu trattenuta da una telefonata: la madre, dal giorno in cui avevano litigato nello studio del notaio, non era riuscita più né a parlarle né a incontrarla. Così, utilizzando la funzione 'anonimo', era riuscita almeno a sentirla: "Tea?!? Sei tu? Sono la mamma. Ti prego, non chiudere il telefono! Ti prego, scusami! Hai ragione, io e tuo padredovevamo dirti prima la verità, ma avevamo paura; pensavamo che se lo avessimo fatto, non ci avresti voluto più, non volevamo perderti. Io ti voglio bene, sei mia figlia!" cercò di spiegare la madre.

"Eleonora - la chiamò per nome volendola ferire - senti, non so che dirti. Avreste dovuto informarmi prima, ora non ho voglia né di sentirti, né di parlarti. Non sono ancora pronta. Ho bisogno di tempo!" -ribatté Tea sgarbatamente con tutta la rabbia che provava. Poi, chiuse la comunicazione immediatamente.

Dando un rapido sguardo all'orologio, Tea si accorse che era in ritardo; mise le scarpe in fretta e scese come un fulmine.

Arrivata sulle scale del Duomo si stupì del ritardo di Marco. Allora decise di entrare nell'atrio: le piaceva tanto l'architettura medioevale del porticato della Chiesa. Si era fatto scuro e, mentre ammirava lo scorcio del campanile verso l'alto, Tea inciampò e cadde in avanti su una lastra di pietra della pavimentazione. Si girò per capire come o su cosa fosse inciampata. Rimase sconvolta: a terra c'era Marco svenuto e con molto sangue. Tea fu presa dal panico; indietreggiò di poco, accorgendosi che anche i suoi pantaloni si erano sporcati di sangue. Pur terrorizzata, temendo il peggio, ebbe la prontezza di chiamare l'ambulanza del 118.

Dopo i primi soccorsi, Marco fu subito trasportatoall'Ospedale San Leonardo. Il referto fu per fortuna meno grave del temuto: era stato feritodopo una breve colluttazione; la dinamica dell'incidente doveva essere chiarita, ma il giovane doveva subire un intervento delicato per estrarre la pallottola.

Ci volle qualche ora per concludere l'operazione. All'uscita dalla sala operatoria, Tea era ancora lì in ospedale e rimase al fianco del suo nuovo amico per tutta la notte. Marco si risvegliò, solo in tarda mattinata e così Tea poté parlargli.

"Mi hai fatto prendere un bello spavento!"

"Mi dispiace che tu mi abbia visto in queste condizioni" disse il giovane. "E tu hai aiutato e salvato me!"

"Cos'è successo? Chi ti ha ferito?"

"Non lo so. Sono arrivato all'appuntamento e non c'eri. Allora sono entrato nell'atrio per vedere se eri dentro. All'improvviso da dietro una colonna qualcuno alle spalle mi ha intimato di fermarmi e tirare fuori il portafoglio. Dall'accento sembrava un extracomunitario, uno slavo; mi sono girato, ma era nel buio e non lo vedevo bene.Quando poi si è avvicinato, ho visto che era armato. Allora ho preso dalla tasca il portafoglio per darglielo. Quel tizio ha subito cercato di strapparmelo e io ho reagito, ho provato a disarmarlo. Abbiamo lottato, ma era forte, più forte di me; poi ho sentito il rumore dello sparo e un forte dolore al fianco destro. Non ricordo altro. Quando ho riaperto gli occhi, ho visto te! Meno male!"

"Hai reagito contro uno con un'arma in pugno? Ma sei matto?"

"No, sono un poliziotto. Ho fatto solo il mio dovere! E per colpa sua è saltato il nostro appuntamento!" Cercava di sdrammatizzare, ma era stato decisamente fortunato. Poi aggiunse con voce roca: "Avevo buone nuove... ho trovato un modo per scoprire chi sono i tuoi veri genitori".

"Non preoccuparti di questoora. Adesso devi pensare solo alla tua salute e, soprattutto, a guarire" rispose Tea con gli occhi lucidi.

"Si, ma tu devi andare all'Ufficio Anagrafe del Comune di Salerno. Lì chiedidel signor Luigi D'Acunto.È un mio conoscente e l'ho già contattato. Ha fatto qualche ricerca nell'Archivio storico e ha trovato qualcosa. Fatti mostrare il registro dove sono state registrate le nascite dell'anno 1998. Ha scoperto che in alcuni casi vi sono delle annotazioni a margine e altro; sono piccole informazioni, ma che potrebberoritornarti utili. È un punto di partenza e, se sarai fortunata, potrai scoprire qualcosa di più su di te o sui tuoi genitori" aggiunse Marco.

"Va bene, ci andrò, ma solo quando tu starai meglio!" rispose Tea, accarezzandogli dolcemente la guancia.


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